Corte di Cassazione – Ordinanza n. 30722 del 06 novembre 2023

FATTI DI CAUSA

1. (OMISSIS) domando’ giudizialmente la condanna di (OMISSIS) al risarcimento dei danni patiti a seguito dell’esplosione di colpi di arma da fuoco dal convenuto diretti alla persona dell’attore; propose altresi’ azione revocatoria ex articolo 2901 c.c. dell’atto (stipulato il 9 ottobre 2001 per notar (OMISSIS)) di cessione delle partecipazioni sociali nella (OMISSIS) s.r.l. da (OMISSIS) alla sorella (OMISSIS) e dell’atto (stipulato il 10 giugno 2005 per notar (OMISSIS)) di donazione delle medesime quote societarie da (OMISSIS) ai genitori, (OMISSIS) e (OMISSIS) (al quale, lite pendente, sono succeduti mortis causa la coniuge, (OMISSIS), e i figli (OMISSIS), (OMISSIS) e (OMISSIS), al quale ultimo sono poi succeduti, sempre mortis causa, la coniuge (OMISSIS) ed i figli (OMISSIS) e (OMISSIS)).

Nel corso del giudizio di prime cure, l’adito Tribunale di Roma ordino’ la rinnovazione della notificazione dell’originaria citazione nei riguardi di (OMISSIS), della quale, in seguito, sul presupposto della corretta ottemperanza all’ordine, dichiaro’ la contumacia.

Gli altri convenuti ( (OMISSIS), (OMISSIS), (OMISSIS) e la (OMISSIS) s.r.l.) opposero attiva resistenza, invocando altresi’, con domanda riconvenzionale, declaratoria di nullita’ per simulazione assoluta dell’atto del 23 luglio 1993 con cui (OMISSIS) aveva trasferito a (OMISSIS) le partecipazioni nella (OMISSIS) s.r.l. poi cedute ad (OMISSIS) con l’atto oggetto di revocatoria.

L’adito Tribunale di Roma: (a) dichiaro’ il difetto di legittimazione passiva della (OMISSIS) s.r.l.; (b) condanno’ (OMISSIS) a risarcire i danni conseguenti alle lesioni inferte a (OMISSIS), liquidati in Euro 138.508,14, oltre interessi; (c) dichiaro’, ai sensi dell’articolo 2901 c.c., l’inefficacia dell’atto di cessione delle quote sociali da (OMISSIS) a (OMISSIS); (d) rigetto’ l’ulteriore domanda di revocatoria e la domanda riconvenzionale di nullita’ per simulazione; (e) dichiaro’ compensate, nella misura della meta’, le spese di lite e condanno’ i convenuti alla refusione delle residue spese processuali.

2. Decidendo sui contrapposti appelli dispiegati uno actu da (OMISSIS), (OMISSIS) (in proprio e quale eredi di (OMISSIS)) e (OMISSIS) s.r.l. (in via principale) nonche’ da (OMISSIS) (in via incidentale), la decisione in epigrafe indicata ha dichiarato compensate, per intero, le spese del doppio grado di giudizio in relazione a (OMISSIS) e (OMISSIS) s.r.l., confermato per il resto la sentenza di primo grado, condannato in solido gli appellanti (OMISSIS) e (OMISSIS) alla refusione delle spese del giudizio di appello in favore di (OMISSIS).

3. Avverso questa sentenza (OMISSIS) ha proposto ricorso per cassazione, articolato in quattro motivi; successivo ricorso per cassazione hanno proposto, con unitario atto d’impugnazione, (OMISSIS), (OMISSIS) (in proprio e quale erede di (OMISSIS)) e la (OMISSIS) s.r.l., affidandosi a diciannove motivi.

(OMISSIS) ha depositato atto di costituzione finalizzato alla partecipazione alla discussione orale.

Non hanno svolto difese in grado di legittimita’ gli intimati eredi di (OMISSIS) ( (OMISSIS), in proprio e quale legale rappresentante di (OMISSIS), e (OMISSIS)).

4. I ricorrenti successivi hanno depositato memoria illustrativa.

5. All’esito dell’adunanza camerale sopra indicata, il Collegio si e’ riservato il deposito dell’ordinanza nel termine di cui all’articolo 380-bis.1 c.p.c., comma 2.

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Il primo motivo del ricorso di (OMISSIS) denuncia violazione e falsa applicazione degli articoli 137, 138 e 139 c.p.c. in relazione all’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 4.

Censura la pronuncia impugnata nella parte in cui ha qualificato come affetta da nullita’ (sanabile) e non gia’ da giuridica inesistenza la originaria notificazione dell’atto di citazione del giudizio di primo grado eseguita nei confronti di (OMISSIS).

Sostiene, per contro, che siffatta notificazione vada considerata meramente tentata (e quindi inesistente), dacche’ la consegna dell’atto e’ stata provata ad un indirizzo (in (OMISSIS)) diverso da quello di residenza (in (OMISSIS)) della destinataria (e comunque a quest’ultima non ricollegabile) e non effettuata per mancato reperimento in via (OMISSIS).

Da cio’ inferisce l’erroneita’ dell’ordine di rinnovazione della notifica, non adottabile in ragione della inesistenza della stessa.

2. Il secondo motivo del ricorso di (OMISSIS) prospetta, ancora con riferimento all’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 4, violazione e falsa applicazione degli articoli 101, 156, 163, 163-bis, 164 e 291 c.p.c. e dell’articolo 24 Cost..

Contesta la ritenuta regolarita’ della rinnovazione della notifica della citazione introduttiva del giudizio di prime cure eseguita nei suoi riguardi, siccome avvenuta mediante notificazione dell’originario atto di citazione con allegato il verbale di udienza recante l’ordine giudiziale di rinnovazione; assume che la rinnovazione andava compiuta mediante la notificazione di un nuovo atto di citazione a comparire per la successiva udienza fissata dal giudice, atto completo di vocatio in ius per detta udienza, dell’invito a costituirsi nel termine stabilito dal codice e degli avvertimenti sulle possibili decadenze.

Mancando una rinnovazione di tal fatta – conclude la ricorrente -, il giudice di prime cure doveva dichiarare estinto il giudizio oppure disporre la cancellazione della causa dal ruolo per inosservanza del termine per la rinnovazione della notifica dell’atto introduttivo.

3. I motivi – da scrutinare congiuntamente, attesa l’intrinseca connessione che li avvince – sono fondati, nei termini e con gli effetti in appresso puntualizzati.

Le argomentazioni della ricorrente recano critica alla impugnata sentenza nella parte in cui ha disatteso l’appello incidentale interposto da (OMISSIS), dichiarata contumace in prime cure.

A suffragio della statuizione resa, la Corte d’appello ha ritenuto “inappropriata la parificazione alla categoria dell’inesistenza” della notifica della originaria citazione tentata nei confronti della Condoluci e, pertanto, del tutto legittimo l’ordine di rinnovazione disposto dal giudice di prime cure; ha poi considerato “ritualmente eseguita” la seconda notifica, precisando – in ordine alla contestazione relativa alla mancanza della vocatio in ius e degli avvertimenti, che il “contenuto dell’atto notificato, composto dall’originaria citazione con allegato il verbale dell’udienza del 29.1.2007 (contenente il rinvio alla nuova udienza del 12.6.2007 ore 9.00) (…) consentiva al destinatario di difendersi, essendo impedita la dichiarazione di nullita’ della notifica per raggiungimento dello scopo ai sensi dell’articolo 156 c.p.c.”.

3.1. Il trascritto ragionamento – idoneamente attinto dai formulati motivi – non e’ conforme a diritto.

La disamina dei motivi di impugnazione non puo’ che muovere dalla individuazione della qualita’ soggettiva da cui genera il coinvolgimento in lite di (OMISSIS): questa, siccome acquirente dal debitore del bene (partecipazioni societarie) trasferito con l’atto asseritamente compiuto in pregiudizio delle ragioni creditorie, assume la veste di litisconsorte necessario nel giudizio introdotto con azione revocatoria ai sensi dell’articolo 2901 c.c. (Cass. 07/11/2011, n. 23068).

Conseguentemente, qualora in detto giudizio sia mancata (o non sia stata validamente effettuata) l’evocazione di tale parte necessaria, e’ necessario, in applicazione della regola generale dettata dall’articolo 102 c.p.c., provvedere (motu proprio ad opera delle parti oppure in ottemperanza ad ordine impartito del giudice) all’integrazione del contraddittorio nei riguardi del litisconsorte pretermesso (riferita puntualmente all’azione revocatoria: Cass. 16/07/2003, n. 11150).

Ai fini della presente decisione e’ pertanto superfluo dirimere la (assai dibattuta tra le parti, anche in questa sede) questione sulla natura (nullita’ o giuridica inesistenza) del vizio inficiante la prima notificazione dell’atto di citazione ad (OMISSIS): pur in abstracto ravvisando una fattispecie di inesistenza della notifica (nei pur angusti confini tracciati da Cass., Sez. U, 20/07/2016, n. 14916), occorreva comunque radicare il contraddittorio con tale soggetto, litisconsorte necessario, sanando la sua pretermissione in lite merce’ l’adozione giudiziale (e l’ottemperanza a cura delle parti gia’ costituite) di un ordine di integrazione.

Nella illustrata prospettiva, diviene invece decisivo verificare se la seconda notificazione della citazione ad (OMISSIS), quantunque ricondotta dal giudice di merito alla fattispecie di cui all’articolo 291 c.p.c., potesse in concreto configurarsi – quantomeno in applicazione del principio di conservazione degli effetti degli atti processuali – come un valido atto di integrazione del contraddittorio, idoneo alla effettiva realizzazione del diritto di difesa del litisconsorte.

Orbene, devesi rilevare che, salva la costituzione spontanea del pretermesso, la sanatoria del vizio di instaurazione del litisconsorzio richiede il compimento di attivita’ identica a quella in origine omessa, ovvero la notificazione di un atto di citazione munito dei requisiti di contenuto – forma prescritti dall’articolo 163 c.p.c..

In particolare, con argomentazione pianamente sovrapponibile alla vicenda in esame, questa Corte ha affermato che “l’atto di citazione, cosi’ come quello di rinnovazione, e’ diretto ad una parte non ancora assistita dal difensore, che ha diritto di sentirsi indicare chiaramente quale e’ l’udienza di prima comparizione rispetto alla quale costituirsi tempestivamente, pena le decadenze previste; chiarezza che manca – evidentemente- laddove la parte si veda notificare una citazione che indica l’udienza di prima comparizione per una data gia’ trascorsa e una ordinanza (verbale di udienza) che non chiarisce che la data di rinvio deve considerarsi come nuova data di prima comparizione; ne’ puo’ pretendersi dal comune cittadino una conoscenza dei meccanismi processuali che lo induca ad identificare senz’altro nell’udienza di rinvio quella di nuova prima udienza” per indi concludere nel senso della nullita’ di una rinnovazione della citazione attuata mediante la combinazione del primigenio atto di citazione con l’ordinanza di fissazione della nuova udienza (espressamente, Cass. 08/11/2019, n. 28810; sul medesimo argomento, Cass. 10/01/2017, n. 279; Cass. 05/12/1996, n. 10852).

Intendendo dare convinta continuita’ all’indirizzo ermeneutico ora riportato, e’ dunque errato il convincimento espresso dalla sentenza gravata sulla regolare costituzione del contraddittorio in prime cure, fondante la reiezione dell’appello incidentale di (OMISSIS).

Risulta invece accertato che il giudizio in primo grado si e’ svolto a contraddittorio non integro per pretermissione di un litisconsorte necessario: detta circostanza – addotta come motivo di appello, ma comunque rilevabile in via officiosa in ogni stato e grado del giudizio, anche per la prima volta in sede di legittimita’ – importa, a mente dell’articolo 383 c.p.c., comma 3, e articolo 354 c.p.c., l’annullamento della pronuncia emessa e la cassazione con rinvio al giudice di prime cure onde procedere alla nuova trattazione della controversia a contraddittorio pieno ed integro (cosi’ gia’ la remota Cass. 19/10/1963, n. 2786; conformi, in seguito, Cass. 26/07/2013, n. 18127; Cass. 17/10/2013, n. 23572; Cass. 19/02/2019, n. 4763; Cass. 23/10/2020, n. 23315; Cass. 22/02/2021, n. 4665).

4. La gravata sentenza va pertanto cassata – con travolgimento anche di quella appellata, per il riscontrato vizio originario di contraddittorio con litisconsorte necessario – con rinvio al Tribunale di Roma, quale giudice di primo grado, in persona di diverso magistrato, per un nuovo ed integrale esame della causa, ma nel contraddittorio anche con la parte gia’ illegittimamente pretermessa.

5. Resta assorbita la disamina delle ulteriori doglienze sollevate da (OMISSIS), afferenti al merito della controversia, nonche’ dei motivi della impugnazione di legittimita’ dispiegata dai ricorrenti successivi, (OMISSIS), (OMISSIS) e societa’ (OMISSIS) s.r.l..

6. Al giudice del rinvio e’ altresi’ la regolamentazione delle spese dell’intero giudizio, ivi incluse quelle del presente grado.

P.Q.M.

La Corte accoglie i primi due motivi del ricorso di (OMISSIS), assorbiti i restanti motivi ed assorbito il ricorso di (OMISSIS), (OMISSIS) e (OMISSIS) s.r.l., cassa la sentenza impugnata con rinvio al Tribunale di Roma, quale giudice di primo grado, in persona di diverso magistrato, cui demanda di provvedere anche sulle spese del giudizio di legittimita’.